Padova, «taroccavano» lo spritz: denunciati
Nove baristi della città veneta spacciavano per cocktail doc miscugli fatti senza l'Aperol. Sdegno in città: «Attacco a uno dei nostri simboli»
Le tradizioni vanno rispettate. E questo a Padova significa anche fare uno spritz con tutti i crismi. Anche perché è proprio lì che il famoso cocktail è nato, nel 1919, creato dalla Aperol. Immaginatevi dunque lo sdegno di scoprire che 9 bar della città veneta servivano un intruglio annacquato che niente aveva a che fare con il distillato di mandarino. I bicchieri contenevano sì seltz e prosecco, ma il terzo ingrediente era un succedaneo, di colore più chiaro e più economico.
La Guardia di finanza li ha denunciati per frode in commercio. «Al di là della frode in se stessa, ciò che ravviso nel comportamento scorretto dei baristi denunciati è l'attacco ad una delle peculiarità della nostra città», ha tuonato Fernando Zilio, presidente dell'Ascom Confcommercio padovana. Ora gli esercizi "pizzicati" ad adulterare il cocktail rischiano una pena fino a due anni di carcere e una multa di 2.065 euro.
Le Fiamme Gialle hanno sequestrato centinaia e centinaia di bottiglie (300 in un solo magazzino) di falso Aperol. Nel blitz sono finiti anche alcuni locali particolarmente noti e frequentati dal popolo della movida. Tra i clienti fedeli non saranno molti quelli felici di sapere che nel loro aperitivo preferito, in realtà, non veniva affatto versato l’ingrediente base per definizione.